mercoledì 27 luglio 2011

Il termometro della felicità

Non mi ricordo se è una cosa sentita da mia mamma o una di quelle leggi universali della saggezza popolare che non sai come, quando e chi te le abbia insegnate.
Sta di fatto che è vero: Quando una persona canta, vuol dire che in quel momento è felice.
E’ vero, esistono anche le canzoni malinconiche, ma a pensarci bene quelle le canta solo un musicista di professione, abituato ad esprimere tutti i suoi sentimenti in musica.
Invece noi gente normale cantiamo solo quando siamo contenti e visto che dopo gli otto anni cantare da soli a voce alta è reputato imbarazzante, lo facciamo solo (purtroppo dico io) quando siamo totalmente soli o se il cuore ci trabocca talmente di gioia che non ci resta altro da fare che cantare.
Cantare è un’attività normale nei bambini e per loro è sempre un’esternazione di gioia, limpida, immotivata, traboccante.
Vedo il mio bimbo, che ha talmente voglia di cantare che non sta nella pelle di riuscire a imparare a parlare bene per poter darsi completamente alla gioia del canto!
In questa fase non c’è proposta più allettante per lui del “cantiamo una canzone?”.
Gli piace che io canti di modo che possa pronunciare le parole che lui non sa dandogli l’impressione di cantare tutto il testo dall’inizio alla fine. Per non dire che è una di quelle attività belle di per sé ma che sono ancora più belle se fatte insieme.
Che dire, cantare è proprio il termometro della felicità e questo spiega perché i bambini cantino sempre.