mercoledì 18 agosto 2010

Arrivati al punto: nascita e parto

C’è un’idea che prima o poi (o addirittura per tutta la gravidanza) preoccupa la donna e attorno a cui fioriscono le più disparate filosofie: il parto. 
Io ero quella del più-naturale-possibile-senza-medicalizzazione-preferibilmente-in-acqua-sicuramente-NO-CESAREO e indovinate un po’? Ho fatto un bel cesareo! 
L’idea non mi ha mai spaventato più di tanto: è una cosa che non si può evitare ed è del tutto fisiologica per cui tanto valeva affrontarla con coraggio.Preferivo concentrarmi sulla ricerca di come vivere il momento con la maggior serenità possibile e di come sfruttare al meglio le mie capacità psico-fisiche per l’occasione.
Spesso si è tanto abbagliate dalla paura del dolore da dimenticarsi che nel frattempo sta nascendo una persona e della sacralità di questo atto. 

Così ho fatto de Per una nascita senza violenza di Frédérick Leboyer il mio manifesto ed ero orgogliosa di aver scelto un ospedale in cui si osservavano i suggerimenti del libro e le ostetriche del corso pre-parto erano orientate nella stessa direzione. 
Immaginavo che quel giorno sarei stata agitata ed eccitata allo stesso tempo, che mio marito avrebbe tentato di tranquillizzarmi, che avrei messo a frutto le mie teorie di respirazione (o parto in acqua) e ne avrei provato con soddisfazione l’efficacia. 
Invece siamo andati in ospedale in tutta calma, con l’idea di essere rispediti a casa nel giro di mezz’ora per falso allarme.Dopo un monitoraggio prolungato da cui risultava sofferenza fetale la ginecologa decise di intervenire con il cesareo.

Mi ricordo le lacrime di rabbia per l’impossibilità di oppormi visto che in caso contrario poteva essere a rischio la vita di mio figlio.
Mi ricordo che ho tremato dall’attimo in cui mi hanno spogliato e trasferito in sala operatoria fino a molto tempo dopo che tutto era finito.
 Pur nella felicità del mio bimbo sano e bello, per molto tempo ho coltivato la delusione e il rimpianto di essermi arresa subito (nonostante fossi conscia della necessità dell’intervento).

Per molto tempo ho invidiato le mamme che avevano avuto un parto naturale, mi sentivo come derubata di un passaggio importante, come se la mia gravidanza fosse stata interrotta e improvvisamente mi fosse piovuto un bimbo dal cielo.
 Mi ci è voluto un po’ ad elaborare tutto questo ma alla fine ho realizzato che tutta questa delusione derivava dal dover rinunciare a tutte le convinzioni che avevo costruito nei mesi precedenti.

 Resto sempre convinta che il parto debba essere naturale e non medicalizzato.
Che se alla donna è stata data la capacità di partorire le è stato dato anche un corpo adatto a farlo.
Che il taglio cesareo non debba essere praticato alla leggera ma solo in caso di effettiva necessità.
Che mi sono persa sicuramente la possibilità di vivere in modo più consapevole la nascita del mio bambino essendo stata colta di sorpresa… ma quel che stato è stato e ciò che conta ora è l’affetto, la dedizione e la consapevolezza che cerco il più possibile di mettere nel rapporto con lui.

mercoledì 11 agosto 2010

Un’esperienza speciale 2

Gravidanza e allattamento sono anche momenti in cui una donna in un certo senso si riappropria del proprio corpo.
Personalmente, dall’adolescenza ho sempre avuto un rapporto conflittuale con il mio aspetto, non mi sono mai piaciuta troppo e nonostante ciò non sono mai riuscita a prendere serie iniziative per migliorarmi.
Durante la gravidanza invece il tabù del kg di troppo e della rotondità è venuto a cadere immediatamente.
Ero talmente eccitata dall’idea di conoscere questo bimbo e averlo tra le braccia che la mia mente non aveva spazio per preoccuparmi dell’eventualità di rovinare la mia figura.
…Anzi non vedevo l’ora di vedere la pancia gonfiarsi piano piano.
Invece con mia grande sorpresa, la pancia e i primi kg in più si sono fatti attendere fino al 5 mese e il flusso ormonale in corso ha giocato come demoltiplicatore del peso, morale della favola: sono dimagrita per effetto della gravidanza e sono uscita dall’ospedale più in forma rispetto a prima di restare incinta.
Al di là dei motivi chimico-fisici del fenomeno credo che gran parte del merito sia dovuto al fatto che ero finalmente riuscita a fare pace con me stessa e meno mi preoccupavo del mio aspetto privilegiando lo sviluppo della mia interiorità, più anche il mio fisico ne beneficiava.
Come se ci fosse una specie di relazione simile a quella dei vasi comunicanti tra spirito e corpo, l’evoluzione di uno si riflette nell’altro.
Del resto spesso ci dimentichiamo che siamo corpo e spirito e che queste due entità non esistono l’una senza l’altra.
Oltre a sentirmi più a mio agio nel mio corpo, si è rivoluzionato anche il mio concetto di pudore: sebbene in generale mi possa sentire in imbarazzo all’ idea di mostrare il seno, mi sento completamente tranquilla se è necessario farlo perché il mio piccolo chiede latte.
Preferisco comunque allattare in privato non tanto per evitare di mostrare il seno quanto per preservare l’intimità che si viene a creare tra madre e figlio in quell’istante di scambio e di affetto profondo.
Quello che era pudore legato alla corporeità e alla vergogna di quest’ultima si è trasformato quindi in rispetto  del dialogo e del contatto profondo con il mio bambino.
Sono sicura che questa crescita interiore ed esteriore sia stata provata più o meno consapevolmente e in modo più o meno marcato da ogni mamma e mi farebbe piacere confrontare altre esperienze simili.

mercoledì 4 agosto 2010

Un’esperienza speciale 1

Parlando di donne ci si trova spesso di fronte all’eterno dilemma: “La maternità è un’esperienza indispensabile?”.
Su questo argomento in genere viene facile schierarsi agli estremi dell’ “assolutamente la vita non avrebbe senso senza figli” o del “una donna non è solo uno strumento di procreazione” ma non è questo che mi interessa discutere.
Vorrei invece esprimere quello che per me ha significato vivere questi momenti e quali spunti e quale inaspettato arricchimento ho ricevuto.
L’unicità della gravidanza e della maternità risiedono nel loro potere di amplificare la sensibilità della donna creando un canale più profondo con la propria spiritualità e il terreno giusto per intraprendere un percorsi di crescita personale.
Durante la gravidanza, ma soprattutto dopo la nascita del bambino, si torna a contatto con la propria infanzia. Si ha una seconda opportunità di vivere la simbiosi tra madre e figlio (stavolta come madre) ed uno dei lavori che si possono iniziare è quello biografico.
Con il lavoro biografico si ripercorrono tutti gli anni della propria vita alla ricerca di eventi importanti che possono aver influenzato ciò che siamo oggi e riconoscere il fil rouge della nostra esistenza.
E’ possibile capire la nostra direzione nella vita, il motivo per cui si tende a rivivere “sempre alle stesse situazioni” e con tale coscienza si può  lavorare su di sé per correggere i copioni in cui rimaniamo intrappolati.
La presenza del neonato rende tutto più facile perché i nostri genitori o le persone che ci hanno visto crescere sono portate a raccontarci di noi da piccoli e aiutano a far riaffiorare ricordi e situazioni.
Quindi in un certo senso il lavoro di biografia si viene sempre a creare che ce ne accorgiamo o meno!
(Questo è vero non solo per la mamma ma per tutte le persone coinvolte: papà, nonni, zii,..).
Un altro fenomeno interessante che nasce spontaneo è la rappresentazione di quello che Bert Hellinger ha chiamato costellazioni familiari.
In modo naturale prendono vita episodi o situazioni della nostro bagaglio familiare in cui però i personaggi del nostro ricordo sono impersonati da attori diversi (ad es. il bimbo nel ruolo di uno zio e la nonna nel ruolo della madre).
Il valore straordinario di questi eventi sta nel fatto che ci dà modo di tornare indietro nel tempo e correggere situazioni in cui ci si sarebbe voluti comportare in modo diverso o di esprimere cose che non abbiamo detto.
La tematica è molto ampia, penso che ci tornerò in un post specifico.
Queste esperienze servono solo a dare l’avvio a questo tipo di lavori e a mantenerci in ascolto, per poter sistemare i nostri nodi vitali ci vuole ovviamente tempo e costanza.
Io stessa ho ancora molta strada da percorrere in questo senso ma senza dubbio la sensibilità risvegliata in me dall’essere diventata mamma mi ha dato una motivazione molto forte.

Costellazionifamiliari.it

Costellazionifamiliari.it

In questo sito trovate una descrizione di cos’è e come si svolge la rappresentazione delle costellazioni familiari

Lavoro di biografia

Lavoro di biografia

In questo sito trovate una descrizione di cosa è e come si svolge il lavoro biografico

martedì 3 agosto 2010