Gravidanza e allattamento sono anche momenti in cui una donna in un certo senso si riappropria del proprio corpo.
Personalmente, dall’adolescenza ho sempre avuto un rapporto conflittuale con il mio aspetto, non mi sono mai piaciuta troppo e nonostante ciò non sono mai riuscita a prendere serie iniziative per migliorarmi.Durante la gravidanza invece il tabù del kg di troppo e della rotondità è venuto a cadere immediatamente.
Ero talmente eccitata dall’idea di conoscere questo bimbo e averlo tra le braccia che la mia mente non aveva spazio per preoccuparmi dell’eventualità di rovinare la mia figura.
…Anzi non vedevo l’ora di vedere la pancia gonfiarsi piano piano.
Invece con mia grande sorpresa, la pancia e i primi kg in più si sono fatti attendere fino al 5 mese e il flusso ormonale in corso ha giocato come demoltiplicatore del peso, morale della favola: sono dimagrita per effetto della gravidanza e sono uscita dall’ospedale più in forma rispetto a prima di restare incinta.
Al di là dei motivi chimico-fisici del fenomeno credo che gran parte del merito sia dovuto al fatto che ero finalmente riuscita a fare pace con me stessa e meno mi preoccupavo del mio aspetto privilegiando lo sviluppo della mia interiorità, più anche il mio fisico ne beneficiava.
Come se ci fosse una specie di relazione simile a quella dei vasi comunicanti tra spirito e corpo, l’evoluzione di uno si riflette nell’altro.
Del resto spesso ci dimentichiamo che siamo corpo e spirito e che queste due entità non esistono l’una senza l’altra.
Oltre a sentirmi più a mio agio nel mio corpo, si è rivoluzionato anche il mio concetto di pudore: sebbene in generale mi possa sentire in imbarazzo all’ idea di mostrare il seno, mi sento completamente tranquilla se è necessario farlo perché il mio piccolo chiede latte.
Preferisco comunque allattare in privato non tanto per evitare di mostrare il seno quanto per preservare l’intimità che si viene a creare tra madre e figlio in quell’istante di scambio e di affetto profondo.
Quello che era pudore legato alla corporeità e alla vergogna di quest’ultima si è trasformato quindi in rispetto del dialogo e del contatto profondo con il mio bambino.
Sono sicura che questa crescita interiore ed esteriore sia stata provata più o meno consapevolmente e in modo più o meno marcato da ogni mamma e mi farebbe piacere confrontare altre esperienze simili.
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