mercoledì 16 marzo 2011

10 cose per cui vale la pena di vivere

Ho appena letto l'invito di Saviano ai suoi lettori a scrivere una lista delle 10 cose per cui vale la pena di vivere. 
Mi è sembrato un bell'esercizio per cui ho partecipato volentieri e ho pensato fosse carino pubblicarlo anche qui anche perché nello scriverla mi sono accorta che scegliere "solo" 10 ragioni è (fortunatamente!) molto difficile e che gran parte delle cose che mi sono venute in mente riguardano il mio piccolino.


1. Trovare il coraggio di mollare quello che non va (anche se radicato nella nostra routine) e ricominciare da capo
2. Il mio bimbo di 21 mesi che puntuale alle 18.30 va vicino alla porta dell’ingresso e con occhi sognanti dice “Papà!”
3. Parlare con mio fratello di vita e spiritualità e “illuminarci” a vicenda con le intuizioni dell’uno e dell’altra
4. Abbracciare mio marito con mio figlio in braccio e stare stretti così
5. Mettere “Last Train to London” e ballare mimando le cose più strambe con mio fratello
6. Camminare in una grande città in una sera tranquilla e deserta senza sapere dove stai andando
7. Immergersi nella maestosità della barriera corallina e sentirsi tutt’uno con gli esseri che ti circondano
8. Andare al consultorio pediatrico e scoprire che in qualsiasi etnia, i gesti di tutti bambini, di tutte le mamme e il loro reciproco amore sono uguali
9. L’incursione di Ben Harper al concerto dei Pearl Jam e cantare con lui e Eddie “Under Pressure” a squarciagola
10. Passare una giornata (o quasi) in aereo per andare lontano.

giovedì 3 marzo 2011

Tartaruga – Teletubbies 1-0!

Mi avevano avvisato... alla maledizione dei Teletubbies non si sfugge.
Prima o poi qualcuno, un nonno, uno zio, un amico,... gli farà vedere una puntata dei Teletubbies e da quel momento in poi sarà la fine, vorrà vederli e rivederli allo sfinimento.

In effetti la prima parte della maledizionie si è avverata.
Durante un soggiorno di un mese a casa dei nonni per completare la convalescenza dalle malattie invernali, il mio piccolo si è visto un sacco di tv, tra cui i “famigerati”.
Mi ricordo ancora quella sera che nel tornare dal lavoro l’ho trovato ipnotizzato davanti alla tv con la nonna tutta soddisfatta per aver trovato un programma che gli piaceva.
Al momento sono trasalita, ma ho cercato di dissimulare e stare tranquilla... dopo tutto già curare la piccola peste per tutto il giorno era un impegno altamente sottovalutato dai miei genitori, non potevo anche chiedere loro di non accendergli la tv per tirare un po’ di fiato.

Temevo il giorno in cui saremmo tornati tutti nella nostra casina e il piccolo (come faceva dai nonni) si sarebbe seduto di fronte allo schermo e indicandolo ci avrebbe chiesto di accenderlo... invece, sorpresa!
Torniamo a casa e cosa indica? La radio, dicendo “AA” chenel suo linguaggio significa che vuole sentire la canzone della Tartaruga (che fa proprio Aaa, Aaa!).
E poi vuole montare il trenino e farlo girare sulle rotaie, e poi vuole il librone pop-up del Piccolo Principe per vedere i “Babab”  (baobab!)...

Insomma tutti i miei timori grazie al cielo si sono dissolti!
Sembra quasi che abbia capito che i nonni per tanti motivi potessero offrirgli quando ormai erano stanchi o non avevano idee la tv e che invece a casa c’erano altre cose che lo attiravano di più come la sua musica, il suo trenino, il suo libro preferito e la tv è passata in secondo piano.

Forse crescendo le cose cambieranno, però questo episodio mi dimostra che la tv è solo un’abitudine come un’altra per i bambini e a quanto pare neanche quella preferita visto che ci sono cose che la battono nettamente... e sono tutte quelle cose che può fare insieme a noi come cantare e ballare sulla musica, montare un trenino o leggere un libro.