giovedì 18 novembre 2010

L’illusione del controllo

Qualche settimana fa mi è capitato di rivedere in tv Kung Fu Panda che secondo me oltre ad essere un film molto divertente e colorato contiene alcuni spunti interessanti per ogni età.
La cosa che mi ha colpito è che quando ho visto per la prima volta il film (non ero ancora mamma) ho colto degli insegnamenti (in particolare quelli che impara il Panda) e ora che ho un bimbo ho colto quelli del suo maestro.
E’ interessante notare come cambiando il mio ruolo da figlia a madre automaticamente sia cambiata anche la mia prospettiva nell’ immedesimarmi nei personaggi di libri o film. E’ stato come se la prima volta non avessi nemmeno sentito le frasi che stavolta mi sono balzate immediatamente all’orecchio.
In particolare la scena che ho più apprezzato è stata quella in cui l’anziano maestro parla con il nuovo de l’ illusione del controllo ovvero del fatto che le aspettative del maestro (o dei genitori) non hanno alcuna influenza su quello che diventerà un giorno l’allievo (o il figlio).
Se pianti un seme di pesco nascerà un pesco e non potrai fare niente per far nascere qualcosa di diverso.
Questo secondo me è vero anche nell’ educazione dei figli, a qualsiasi età anche di quelli piccoli come il mio. Credo che per noi occidentali sia difficile capire fino in fondo il significato di queste parole perché siamo ancorati ad una mentalità che tende a vedere gli estremi in contrapposizione fra loro e non come parti diverse di una stessa cosa.
Lasciare che il seme porti a termine il suo compito non significa abbandonarlo a sé stesso, non imporre alcuna regola e non indicare nessun cammino. Bisogna cercare di sforzarsi ad intravedere l’aspirazione della persona (accantonando le nostre aspettative) e adeguare i nostri insegnamenti al cammino del figlio, tenendo sempre in primo piano i suoi obiettivi.
Quando i bimbi sono piccoli questo significa ascoltare le loro esigenze senza sottovalutarle e soddisfarle se appena ci è possibile (dormire nel lettone, tenerli in braccio se hanno bisogno di più coccole,..).
Sicuramente sarà un compito più difficile quando diventeranno grandi, la mia speranza è di ricordarmi sempre ciò che scrivo ora e di saperne essere all’altezza quando verrà il momento.

mercoledì 10 novembre 2010

Quando un bimbo fa i capricci...

La questione capricci  è sicuramente sempre molto delicata.
Sono sicura che da piccolissimi fino all’anno circa dire che un bimbo fa i capricci è serve per cavarsela in modo sbrigativo di fronte ad un pianto che non si riesce a giustificare altrimenti.
A quell’età i bimbi hanno dei bisogni che vanno soddisfatti e ogni pianto è una richiesta, al massimo siamo noi che non abbiamo tempo di dedicare l’attenzione necessaria per cercare di capire la causa della lamentela.
Per altro spesso siamo portati a pensare che i bisogni del bambino siano solo di tipo fisico (mangiare,dormire, essere cambiato) e per qualche strano motivo tendiamo a non classificare come necessità tutti i bisogni affettivi come essere preso in braccio, coccolato, voler dormire con i genitori…
Tutte cose che per la crescita di un bambino sono in un certo senso più importante delle cure fisiche ma vengono sottovalutate.
Ultimamente sono un po’ combattuta sull’argomento perché ci sono momenti in cui il mio bimbo di un anno e mezzo fa i tipici capricci e quindi cerco di non cedere alle sue richieste.
Poi però mi chiedo chi abbia davvero ragione…
Riflettendoci un attimo mi sono accorta che ogni volta che fa un capriccio di quelli veri è perché in quel momento non abbiamo tempo di dargli retta perché abbiamo altro da fare o semplicemente siamo stanchi della giornata e non abbiamo più energie da dedicare per giocare con lui.
Purtroppo il tempo a disposizione, soprattutto se si lavora, è sempre poco e ci sono momenti in cui è non è proprio possibile dare l’attenzione che i bimbi richiedono.
E’ però importante riconoscere il loro bisogno di attenzioni e non sottovalutarlo passandolo solo come un capriccio.