mercoledì 4 agosto 2010

Un’esperienza speciale 1

Parlando di donne ci si trova spesso di fronte all’eterno dilemma: “La maternità è un’esperienza indispensabile?”.
Su questo argomento in genere viene facile schierarsi agli estremi dell’ “assolutamente la vita non avrebbe senso senza figli” o del “una donna non è solo uno strumento di procreazione” ma non è questo che mi interessa discutere.
Vorrei invece esprimere quello che per me ha significato vivere questi momenti e quali spunti e quale inaspettato arricchimento ho ricevuto.
L’unicità della gravidanza e della maternità risiedono nel loro potere di amplificare la sensibilità della donna creando un canale più profondo con la propria spiritualità e il terreno giusto per intraprendere un percorsi di crescita personale.
Durante la gravidanza, ma soprattutto dopo la nascita del bambino, si torna a contatto con la propria infanzia. Si ha una seconda opportunità di vivere la simbiosi tra madre e figlio (stavolta come madre) ed uno dei lavori che si possono iniziare è quello biografico.
Con il lavoro biografico si ripercorrono tutti gli anni della propria vita alla ricerca di eventi importanti che possono aver influenzato ciò che siamo oggi e riconoscere il fil rouge della nostra esistenza.
E’ possibile capire la nostra direzione nella vita, il motivo per cui si tende a rivivere “sempre alle stesse situazioni” e con tale coscienza si può  lavorare su di sé per correggere i copioni in cui rimaniamo intrappolati.
La presenza del neonato rende tutto più facile perché i nostri genitori o le persone che ci hanno visto crescere sono portate a raccontarci di noi da piccoli e aiutano a far riaffiorare ricordi e situazioni.
Quindi in un certo senso il lavoro di biografia si viene sempre a creare che ce ne accorgiamo o meno!
(Questo è vero non solo per la mamma ma per tutte le persone coinvolte: papà, nonni, zii,..).
Un altro fenomeno interessante che nasce spontaneo è la rappresentazione di quello che Bert Hellinger ha chiamato costellazioni familiari.
In modo naturale prendono vita episodi o situazioni della nostro bagaglio familiare in cui però i personaggi del nostro ricordo sono impersonati da attori diversi (ad es. il bimbo nel ruolo di uno zio e la nonna nel ruolo della madre).
Il valore straordinario di questi eventi sta nel fatto che ci dà modo di tornare indietro nel tempo e correggere situazioni in cui ci si sarebbe voluti comportare in modo diverso o di esprimere cose che non abbiamo detto.
La tematica è molto ampia, penso che ci tornerò in un post specifico.
Queste esperienze servono solo a dare l’avvio a questo tipo di lavori e a mantenerci in ascolto, per poter sistemare i nostri nodi vitali ci vuole ovviamente tempo e costanza.
Io stessa ho ancora molta strada da percorrere in questo senso ma senza dubbio la sensibilità risvegliata in me dall’essere diventata mamma mi ha dato una motivazione molto forte.

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